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Trecastagni dispone di luoghi di straordinario interesse culturale, naturalistico, paesaggistico, storico e letterario.

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Storia di un Paese Etneo

Triccastagni in Siciliano

Trecastagni è da secoli il centro di riferimento per il versante meridionale etneo. L'anno di fondazione del paese è incerto: alcuni cronisti raccontano di combattimenti tra milizie assoldate dai baroni favorevoli e contrari ai catalani nella “contrada detta di Tre-castagni” già nel 1357.

 

Anche l'origine del toponimo è stata a lungo dibattuta. Ma l’ipotesi ormai più considerata è quella legata alla presenza nella zona di tre grossi alberi di castagno (Tres castaneae).

 


Il culto dei tre Santi martiri, Alfio, Filadelfo e Cirino, si diffuse localmente a partire dal sedicesimo secolo, con l'edificazione di una chiesa loro dedicata.

 


Dagli atti della curia vescovile di Catania si ricavano le più importanti notizie sullo sviluppo abitativo del paese: risulta infatti che nel 1602 abitavano in Trecastagni ben 856 famiglie, all'incirca 4200 abitanti.

 

 

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Nel 1640 il vicerè spagnolo dispose la “privatizzazione” di questo florido territorio: su disposizione del re Filippo IV un ricco mercante messinese, Domenico di Giovanni, ottenne così il titolo di principe di Trecastagni e signore di Viagrande con diritto di esercitare il “mero e misto imperio”; l'anno successivo lo stesso Di Giovanni divenne anche barone di Pedara.
Nel 1667, la chiesa madre di San Nicola di Bari divenne parrocchia, con il titolo di Arcipretura.
Dopo il devastante terremoto del 1693, che colpì tutta la Sicilia Orientale, il numero di abitanti crollò drasticamente.
Nel 1710 Anna Maria di Giovanni, ultima erede della famiglia messinese, sposò Giuseppe Alliata Colonna Romano, principe di Villafranca, e il Principato di Trecastagni passò così al casato degli Alliata dopo la morte della Di Giovanni. 
Nel 1818, dopo l'abolizione della feudalità, Trecastagni venne costituito Comune e capoluogo di mandamento giudiziario ed elettorale, con riserva di un seggio nel Parlamento Generale di Sicilia, a dimostrazione di un ruolo ancora di grande rilievo nell'ambito del comprensorio pedemontano etneo.

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