monteilicesitovergjhianoriggio.jpeg
fondazionetrecastagnilogowhite

Corso Michelangelo Buonarroti n. 14 | 95039 Trecastagni | Per informazioni: fondazione.trecastagni@gmail.com

fondazionetrecastagnilogowhite
fondazionetrecastagnilogowhite

​CONTATTI

​CONTATTI

MENU

MENU

Fondazione Trecastagni
Corso Michelangelo Buonarroti

n. 14 | 95039 Trecastagni (Catania

Codice Fiscale 90065900871
fondazione.trecastagni@gmail.com

fondazione.trecastagni@pec.it 

Fondazione Trecastagni
Corso Michelangelo Buonarroti

n. 14 | 95039 Trecastagni (Catania

Codice Fiscale 90065900871
fondazione.trecastagni@gmail.com

fondazione.trecastagni@pec.it 

Trecastagni dispone di luoghi di straordinario interesse culturale, naturalistico, paesaggistico, storico e letterario.

Trecastagni dispone di luoghi di straordinario interesse culturale, naturalistico, paesaggistico, storico e letterario.

LUOGHI DI INTERESSE

www.fondazionetrecastagni.it @ All Right Reserved 2021 | Sito web realizzato da Flazio Experience 

www.fondazionetrecastagni.it @ All Right Reserved 2021 | Sito web realizzato da Flazio Experience 



La Montagna Vivente

Per ricevere assistenza sulle prenotazioni ti invitiamo a contattarci. 

Per ricevere assistenza sulle prenotazioni ti invitiamo a contattarci. 

Contattaci su Whatsapp per qualsiasi informazione:

down-arrow2
fontanadilava (e.messina).jpeg

Dall'alto

degli antichi crateri

I crateri spenti hanno l'aspetto di alte torri di avvistamento sparse sul territorio di Trecastagni. Al visitatore offrono un insolito punto di osservazione, ma soprattutto testimoniano l'attività della “montagna vivente” che instancabilmente produce sempre nuovi camini sulla propria superficie.
D'altra parte il paesaggio etneo è anche il risultato del lavoro instancabile degli uomini e delle donne che da secoli vi piantano vigne. Un processo dunque continuo di adattamento da parte degli abitanti al territorio vulcanico. Un simile ambiente si può ancora definire “naturale”? In realtà si tratta quasi dappertutto di paesaggio “costruito”, in cui i segni delle attività umane sono diffusi ed evidenti.
Secondo alcune recenti elaborazioni, alla fine dell'Ottocento sull'Etna i vigneti si estendevano per oltre 50 mila ettari. Giusto per avere un'idea, le coltivazioni di viti occupavano a quel tempo una superficie paragonabile a quella dell'attuale Parco dell'Etna. Solo che allora i terrazzamenti iniziavano già in prossimità del mare e si spingevano sino a 1000/1200 metri di quota. Intorno a Trecastagni le vigne si fermavano dalle parti di Monte Ilice e di Cicirello. Lì è possibile osservare che il bosco – questo sì naturale- sta oggi tornando sui terreni che l'uomo aveva reso fertili e floridi. I possenti lecci che affondano le radici in mezzo ai terrazzamenti abbandonati, non lontano dalla Casa della Capinera, costituiscono il simbolo perfetto del complesso rapporto uomo natura che si è sviluppato sull'Etna negli ultimi secoli. Intorno alla metà del Novecento i massari che abitavano le campagne di Trecastagni dovettero infatti cambiare lavoro e residenza, dopo che i proprietari si erano resi conto che non era più remunerativa la tanto attesa vendemmia.

Nel dopoguerra erano arrivate d'altronde altre e più “moderne” bevande. Così l'intera “civiltà della vigna etnea” si dovette rassegnare a una rapida decadenza. I primi a essere abbandonati furono i terrazzamenti in quota, resistettero solo i castagneti da legna (ma con ben diverse cure colturali) e per altre ragioni i frutteti, mentre più in basso avvennero estese edificazioni. 
Ognuno dei tre  grandi crateri che marca il territorio di Trecastagni ha delle caratteristiche distintive: a partire da Monte Ilice ( risalente grossomodo all'anno Mille) luogo in cui Giovanni Verga ambientò il suo primo romanzo di successo, passando quindi a Monte Gorna (dotato di una profonda cavità interna che ospita anche delle vecchie case) e dal più modesto rilievo di Monte S.Nicolò, sino alla collina del “mulino”, che un tempo si trovava ben al di fuori del centro abitato.  
L'attività eruttiva di Monte Gorna è collegata a un famoso episodio citato da Diodoro Siculo, collocato nell'anno 396 a.C, quando l'esercito cartaginese fu bloccato lungo il litorale ionico da una colata e fu quindi costretto ad aggirare da nord il vulcano. Il campo lavico prodotto da quella eruzione  è tuttora visibile intorno all'abitato di S.Tecla, frazione sul mare di Acireale. Va sottolineato che alle pendici delle “torri” che vigilano sul territorio è tornata prepotentemente nell'ultimo ventennio l'attività di produzione del vino. Una passione antica che si ripropone quindi in versione attualizzata: non con le ciurme di contadini intenti a dissodare duramente i terreni lavici, ma soprattutto attraverso la competenza degli enologi che si dimostrano capaci di produrre anche a Trecastagni eccellenti bottiglie, richieste e apprezzate in tutto il mondo.

vedutacasedda800mslm.jpeg
vedutavecchiovigneto.jpeg

Newsletter

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Rimani aggiornato su tutte le novità e gli eventi della Fondazione Trecastagni. Lascia la tua mail.